Nell’ambito del progetto Soilution System, si è tenuto Soave il terzo “Workshop con visita dimostrativa” del progetto Soilution System che ha affrontato il tema del consolidamento di muretti a secco e ciglioni e delle tecniche di gestione dell’interfila.
La visita in campo di giovedì 18 novembre è stata l’occasione per presentare alcuni dei risultati tangibili delle ricerche svolte dal team di Soilution System, progetto nato per studiare soluzioni volte a ridurre il rischio di erosione e migliorare la gestione dei suoli in aree viticole collinari e montane ad alto rischio idro-geologico.
Presente il referente scientifico di progetto Prof. Paolo Tarolli del Dipartimento TESAF dell’Università degli Studi di Padova con il dott. Eugenio Straffelini.
L’Ing. Francesco Facchinato ha presentato la soluzione che ha ideato per il consolidamento dei muri a secco aggettanti o spanciati, con la quale ha consolidato centinaia di muri di sostegno e che vede l’impiego di chiodature vibroinfisse con barre ad aderenza migliorata. Questo sistema spicca tra le tante altre alternative per semplicità di realizzazione, efficacia e economicità.
Inoltre, l’estremamente ridotto impatto estetico lo rende idoneo anche per essere impiegato in contesti ad alto valore ambientale. E’ stato possibile osservare una simulazione dei passaggi necessari per il consolidamento con questa tecnica e ispezionare un tratto di muro a secco già consolidato.
Presso l’Az. Agr. Avogaro Gioacchino di Fittà (Soave), i presenti hanno visionato una seconda tipologia di consolidamento che riguarda i ciglioni e che fa uso di reti metalliche preaccoppiate con reti in PET con lo scopo di migliorare la trattenuta del terreno.
Nel vigneto della Tenuta Coffele di Castelcerino, i partecipanti hanno passato in rassegna le differenti tecniche di agricoltura conservativa pensate per contrastare in maniera quantitativa e qualitativa gli effetti del run-off. A guidare il percorso il Dott. Stefan Otto – Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante, IPSP e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
I primi dati raccolti hanno mostrato che il run-off è un fenomeno frequente nei vigneti in forte pendenza, ma che, in occasione degli eventi estremi, può rivelarsi consistente anche per i vigneti a medio-bassa pendenza (max 10%).
E’ emerso chiaramente che in collina il run-off può essere gestito e che gli eventi ordinari possono essere mitigati mediante l’impiego di sistemi e tecniche che prendano in considerazione la lunghezza del filare, il taglio del flusso, la raccolta in impluvi, la gestione dell’interfila e l’orientamento del filare.
Assieme a Enrico Marchesini, Dottore di Ricerca presso il Centro Studi Agrea, si sono approfondite le tecniche prese in analisi per la gestione dell’interfila: “Tecnica aziendale (testimone)” con sfalcio/trinciatura, “Terreno nudo” lavorato a cadenza mensile, “Lavorazione singola” che simula la situazione di recupero dell’inerbimento a seguito di nuovi impianti, ”inerbimento con nettarifere” e “mix di specie autoctone”.
Particolarmente interessante si è rivelato l’approccio ad ”inerbimento con piante nettarifere” realizzato con semina autunnale di avena, veccia, trifoglio incarnato, favino, grano saraceno, facelia. Tale tecnica ha comportato: il contenimento dello scorrimento dell’acqua e del rischio di erosione del suolo anche a seguito di precipitazioni intense (bombe d’acqua); benefici apportati dalla quantità di biomassa prodotta con effetti sulla sostanza organica e sulla struttura del terreno; potenziamento della biodiversità funzionale nell’agro-ecosistema vigneto in quanto l’utilizzo di piante nettarifere richiama in vigneto molte specie utili in grado di contenere attivamente le popolazioni degli insetti dannosi alla vite. Nella scelta delle piante non va però dimenticato che queste potrebbero risultare attrattive per i fitofagi non graditi. Per questo motivo si parla di “selective food plants”, ossia di piante che favoriscono solo la presenza di insetti utili.